
Volgendo ormai alla fine del primo trimestre di quest’anno, vogliamo fare una panoramica riguardo alle 5 novità ai fini della SEO 2020.
Ma veniamo ai fatti; come cambia la SEO 2020?
Principalmente parliamo di piccole migliorie e ottimizzazioni riguardanti la SERP, oltre a un maggior focus sulla qualità dei contenuti e del copy.
Collegandoci a questa breve premessa, vedremo anche un importante passo avanti nella gestione della semantica e dell’intelligenza artificiale, che porterà con il tempo a risultati sempre più precisi per le nostre ricerche.
- BERT, il nuovo algoritmo che “pensa” come noi;
- l’importanza del Featured Snippet;
- keywords e link building: contano davvero?
- anche E-A-T sta cambiando;
- ottimizzare i contenuti multimediali per un posizionamento migliore.
Vediamoli insieme nel dettaglio.
Bert, il nuovo algoritmo che “pensa” come noi
Sentiamo spesso dire che Google sempre di più tende a usare il pilota automatico nell’ottica di colmare in maniera graduale il gap tra l’intelligenza artificiale e quella umana.
Ed è qui che troviamo la prima grande novità annunciata alla fine dello scorso anno dal famoso motore di ricerca: introduciamo BERT.
Vi starete ora chiedendo chi sia BERT e per quale motivo sia vista come la punta di diamante delle novità introdotte da Mr. G. in questo periodo.
BERT è l’acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformers ed altro non è che un nuovo algoritmo che “pensa” o meglio cerca di pensare come la mente umana.
Ma come funziona nello specifico?
In fase di query, uno dei problemi principali per Google, o per meglio dire scopi, è riuscire a fornire una SERP il più attinente e precisa possibile sulla base delle keywords digitate.
Questo però, comportava spesso l’interpretazione errata di alcuni termini o frasi intere che potevano presentare ambiguità o molteplici significati.
BERT entra in gioco proprio qui, comprendendo la query più verosimilmente al nostro cervello e “rielaborando” le parole immesse.
Ciò significa che, anche se quanto scritto nella barra di ricerca non dovesse risultare sintatticamente corretto o potesse essere interpretato erroneamente, verrebbe comunque rielaborato in modo tale da raggiungere una qualità e coerenza nella semantica come mai si era visto prima.
Proprio come noi esseri umani riusciamo a contestualizzare e interpretare correttamente un argomento, anche solo tramite poche informazioni frammentate.
Ovviamente, sta alla sensibilità di voi copywriters, non mettere troppo a dura prova questo nuovo, rivoluzionario algoritmo, anche perché i vecchi dogmi per una buona SEO rimangono gli stessi.
Come sintetizza Danny Sullivan di Google, il focus ora è “scrivere contenuti per gli utenti”, ossia concentrarsi sulla loro qualità e autorevolezza.

L’importanza del featured snippet
Un altro aspetto importante, questo orientato specificatamente a migliorare la stesura di contenuti in chiave SEO, è il focus di Google sul “featured snippet”, elemento già introdotto da qualche anno, ma che da questo, in particolare, è stato messo in netta evidenza.
Facciamo un passo indietro per tutti coloro che non abbiano ben chiaro il concetto di featured snippet.
Ultimamente, molti di voi avranno notato che nella SERP di Google non sono più presenti tra le prime posizioni sempre e solo gli annunci sponsorizzati di Google Ads, bensì un primo risultato senza Tag title, né metadata che viene scelto come risultato più attinente da Google.
Esatto, avete indovinato: quello è il featured snippet.
Ciò significa che i contenuti delle pagine dovranno essere i più pertinenti possibile ai parametri di ranking di Google e che dunque, non solo verranno sempre meno quelli di scarsa qualità, ma si alzerà di conseguenza l’asticella qualitativa del copywriting e della SEO in generale.
Il featured snippet dunque, porterà a un notevole incremento del CTR, vale a dire il rapporto tra impressioni e click, che farà aumentare il prestigio del contenuto secondo i parametri di Google.
Tutto per accaparrarsi l’ambito premio del cosiddetto “risultato zero”, che fornirà una misura di autorevolezza dei contenuti, ponendo di fatto un limite considerevole a tutti gli altri risultati presenti nella SERP.
Keywords e link building: contano davvero?
Rimanendo in tema di SEO e contenuti, un’altra sottile ma notevole tendenza che Google sta osservando, è quella di non rendere più così importante e rigida l’ottica di scrittura tramite Keywords e il link building.
Ma non fraintendetemi.
Entrambi questi aspetti restano fondamentali per una buona SEO. Allo stesso tempo però, sembra che il colosso di Mountain View, abbia (finalmente) capito, che basarsi troppo sulle keywords e sui link appesantisca la stesura dei contenuti limitandone qualità, fluidità e fruibilità.
Questo perché, come già si sta notando da tempo, i parametri del copywriting stanno avendo un occhio di riguardo più per gli utenti, che per Google, anche in virtù degli aggiornamenti e delle novità descritte precedentemente (soprattutto BERT).
Anche e-a-t sta cambiando
Parliamo ora di E-A-T, anche in relazione di quanto visto finora.
Non sapete cos’è? Vediamolo subito.
E-A-T sta per Expertise – Authoritativeness – Trustworthiness, tradotto in competenza, autorevolezza, affidabilità e sono chiaramente dei parametri che si riferiscono anche in questo caso alla qualità dei contenuti, fattore su cui Google, avrete ormai capito, transige sempre meno.
Questo concetto presenta una novità interessante ai fini della SERP.
In altre parole, essa è stata “sensibilizzata” in modo che il ranking di una pagina venga influenzato da E-A-T solo nel caso in cui i contenuti, cita la “Google Rater’s Guidlines”, “possano potenzialmente avere un impatto sulla felicità, salute, stabilità finanziaria o sicurezza di un utente”.
Nel caso in cui invece, abbiate ad esempio una pagina che descriva la vostra meravigliosa collezione di francobolli, EAT non entrerà in gioco e non vi “giudicherà” ai fini della SERP e del ranking Google.
Ottimizzare i contenuti multimediali per un posizionamento migliore
In un mondo sempre più multimediale, infine, non potevano mancare attenzioni riguardanti contenuti visivi come foto e video.
Da diversi anni, infatti, Google sottolinea continuamente l’importanza di determinati parametri in fatto di contenuti multimediali per una buona SEO, come dei filename pertinenti, che contengano almeno una keyword, una buona qualità e compressione per non appesantire i siti e persino la loro posizione all’interno di una pagina.
La tendenza di quest’anno, e certamente degli anni a venire, è quella di prestare maggiore attenzione e accuratezza a come catalogherete e ottimizzerete i contenuti multimediali, anche per beneficiare delle piccole ma costanti modifiche e miglioramenti che Google sta realizzando alla sezione “immagini” o nei “featured videos” della SERP.

Conclusioni
Sebbene, come abbiamo visto, i vecchi parametri della SEO abbiano ancora un ruolo fondamentale per il posizionamento e il ranking di Google, già da un paio di anni stiamo osservando dei cambiamenti importanti soprattutto riguardo alla semantica delle ricerche e all’intelligenza artificiale dei risultati della SERP.
Ciò è importante per comprendere quale sia la direzione che sta prendendo Google, cercando di mettersi sempre più dalla parte dell’utente.
Anche questo 2020 sta indubbiamente seguendo questi trend, incuriosendoci sui risultati che possiamo ottenere se a nostra volta riusciremo a sfruttarli a pieno potenziale.