Coronavirus e Marketing digitale

L’ impatto del Coronavirus sul mondo del marketing digitale

Il Coronavirus con il suo arrivo ha rivoluzionato per cause di forza maggiore l’intero mondo del lavoro.


Il maggior tempo libero a disposizione, ha provocato di conseguenza un rallentamento per la maggior parte delle persone, dei ritmi che scandivano le normali abitudini giornaliere.

Molte, anzi, moltissime attività hanno dovuto abbassare le saracinesche, per un lasso di tempo ancora non ben definito. Tra di esse, poi, una gran parte fonda il proprio business proprio su servizi di cui in questo momento non si può usufruire.


Che cosa si può fare allora?

La tecnologia arriva in nostro soccorso.
Ci da una mano.


È bene soffermarsi a riflettere per cercare di fare il punto della situazione.

  • Quali risultati ha ottenuto la nostra attività fino a questo momento?
  • Come era messa la nostra attività prima dello scoppio della pandemia globale?

Sarebbe buona cosa inoltre, decidere di usare il maggior tempo libero a disposizione per riconsiderare come si presenta la nostra attività online.

Di conseguenza sarà necessario poi, attuare valide strategie.

Si rende così indispensabile, essere maggiormente visibili e sopratutto raggiungibili, da chiunque volesse mettersi in contatto con noi, nonostante lo stop forzato di questo periodo.

Come sta cambiando il lavoro e la sua ricerca? Quali sono le skills oggi piu’ richieste?

Come sta cambiando il mondo del lavoro?

Quali sono i settori colpiti maggiormente dalla diffusione del Coronavirus?

La situazione di emergenza che stiamo vivendo, a livello mondiale, sta modificando e direi pure sconvolgendo, in modo molto profondo le normali condizioni delle modalità con cui siamo stati abituati a lavorare fino ad ora.

Vi sono alcuni settori, e per citarne solo qualche esempio:

  • turistico
  • tessile
  • edile
  • della ristorazione

che sono precipitati vertiginosamente.

Altri settori invece stanno lavorando addirittura molto più di prima quali ad esempio:

  • il settore farmaceutico
  • gli e-commerce
  • il settore della grande distribuzione GDO
  • il settore digitale come film e videogiochi con abbonamenti, offerte e pacchetti ad hoc dedicati a tutti per riuscire ad allietare e far compagnia h24 durante le ore da trascorrere dentro casa.

Ora che il Coronavirus sta cambiando il mercato del lavoro, anche le le soft skills sono cambiate. Quelle che sono maggiormente richieste e ricercate oggi dalle aziende riguardano soprattutto il sapersi organizzare e gestire in autonomia il lavoro da remoto. Abilità rese necessarie per riuscire gestire il lavoro da casa in modalità “agile”.

Altre skills più richieste ora sono:

  • la miglior organizzazione del tempo lavorativo e la predisposizione al raggiungimento degli obiettivi
  • il riuscire a manifestare a distanza una forte fiducia e rispetto verso l’azienda
  • avere una maggior disponibilità a prendere in considerazione rapporti lavorativi legati agli obiettivi e non più ai meri vincoli di orario

Il project management e la capacità di organizzazione individuale saranno qualità, ora più che mai, apprezzate dalle aziende in cerca di personale.

Smart Working: cos’e’ e perche’ se ne sta parlando tanto

Si sente parlare molto in questi giorni di Smart Working-il cosiddetto lavoro Intelligente o lavoro agile.

Ma sappiamo effettivamente di cosa si tratta?

A questo proposito voglio riprendere la definizione che ne dà L’Osservatorio del Politecnico di Milano che lo definisce:

“una nuova filosofia lavorativa fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

Lo Smart Working è un modello lavorativo di tipo organizzativo che in questo periodo sta rivestendo un ruolo fondamentale. Ora più che mai resosi necessario ed inevitabile nell’intervenire per costruire, mantenere e dare continuità al rapporto tra individuo e azienda.

Lo Smart Working propone autonomia nelle modalità di lavoro e ne presuppone il ripensamento “intelligente” anche all’interno degli spazi aziendali. Vengono così rimossi vincoli e modelli inadeguati legati a concetti che ormai sembrano superati quali:

  • la postazione fissa
  • l’open space
  • il singolo ufficio

che mal si accostano invece con i nuovi ed attuali principi di:

  • personalizzazione
  • flessibilità
  • virtualità.

Secondo recenti sondaggi legati a questi ultimi giorni, si apprende che la maggior parte dei lavoratori, dopo aver provato in questi giorni a cimentarsi lavorando da casa da remoto, vorrebbe continuare a lavorare in questo modo anche quando sarà passata la crisi per almeno qualche giorno al mese.

Sono stati numerosi i benefici percepiti da parte dei lavoratori:

  • la perdita azzerata di tempo per gli spostamenti casa-ufficio-ufficio-casa soprattutto per i pendolari
  • gli effetti positivi sul traffico e sull’ambiente con la riduzione delle emissioni di polveri sottili nell’aria
  • una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata
  • avere a disposizione più tempo da dedicare alla famiglia

Tutto questo però di contro richiede una forte predisposizione personale all’organizzazione mentale visto che il passaggio dall’ufficio all’abitazione è stato diretto ed immediato e soprattutto senza filtri.

Organizzazioni, aziende e lavoratori stanno scoprendo, anche se in maniera “forzata”, un nuovo modo di collaborare e di portare avanti il proprio lavoro.

Gestire meglio il tempo e il carico di lavoro effettivo per progetti, e non per ore di presenza.

nuovo modo di gestire l’orario di lavoro

Ma poi quale risultato ne è scaturito? 

Il risultato è stato l’arrivare all’evoluzione rapida del processo organizzativo e di conseguenza anche di quello produttivo.

Vi lascio un quesito su cui riflettere:

Secondo voi si può considerare questa crisi come un’opportunità da cogliere per ripensare i processi produttivi con l’aiuto dello smart working?

Indice

Rimani aggiornato

[sibwp_form id=1]

Contattaci