Quanto ci fa comodo essere tracciati?
Google, BIng e moltissimi altri browser hanno come scopo quello di offrire ad ogni utente un’esperienza di navigazione personalizzata, più pertinente ed adatta ad ognuno di noi, rendendo la navigazione più veloce comoda ed intuitiva.
I metodi per tracciare gli utenti sono molteplici e il cookie, ossia la tecnologia più conosciuta a tal scopo, ne rappresenta solo uno.
Nell’immaginario collettivo, navigare senza essere tracciati è una possibilità concessa solo a pochi pirati informatica, ma non è così, poiché tutti noi, utilizzando alcuni servizi appositi possiamo con pochi clic riuscire nell’impresa.
Chi al giorno d’oggi rinuncerebbe all’inserimento automatico di nome utente e password?
La risposta è semplice, quasi nessuno, ed è proprio questo il vantaggio dei motori di ricerca, la nostra pigrizia, che gli consente di conoscerci talmente bene da poterci a sua volta vendere agli inserzionisti. Più informazioni raccolgono su di noi, più sono i dati a disposizione degli inserzionisti e più diventa facile targhettizzarci e quindi venderci qualcosa.
Molti utenti, ormai stanchi della profilazione pubblicitaria al limite della stalking, hanno deciso di affidarsi a sistemi di navigazione meno conosciuti ma molto più attenti alla salvaguardia della privacy, come Startpage.com, DuckDuckGo e Qwant il motore di ricerca suggerito da Anonymous.

Questi sistemi di navigazione del web a differenza dei sopracitati rimuovono gli identificativi della navigazione e non raccolgono i dati di ricerca, permettendoti a tutti gli effetti una ricerca anonima e non tracciata.
E’ giusto ricordare che anche i motori di ricerca più noti, come Google Chrome o Mozilla Firefox ti danno la possibilità di navigare in incognito ma è un servizio ben differente da quello offerto da piattaforme come DuckDuckGo.
Secondo i big della navigazione, navigare in incognito significa semplicemente non tener traccia dei dati di navigazione; realtà molto distante dalla vera navigazione anonima.
E’ realmente possibile navigare in anonimato assoluto?
Persone inesperte potrebbero rispondere si, ma effettivamente, nella pratica, non lo è, infatti, appena ti colleghi ad internet, il tuo dispositivo viene tracciato e identificato tramite un codice IP univoco.

A questo punto un qualsiasi hacker scoppierebbe a ridere poiché esistono moltissimi software, di semplice utilizzo, in grado di cambiare questo indirizzo, “disaccoppiando l’accesso al web dal browser “(Proxy Wikipedia) e simulando la tua geolocalizzazione in qualsiasi stato del mondo.
Bisogna però precisare, che cambiando l’indirizzo IP, non salti il “controllo documenti” ma semplicemente fornisci un documento falso. Misura di autotutela che, come nella realtà fattuale potrebbe funzionare come no.